L’Associazione Culturale Musicale Centro Studi Giuseppe Piantoni nasce a Conversano il 16 maggio 1985 con regolare atto costitutivo stilato presso lo studio del notaio Francesco Reboli. Sottoscrivono l’atto 12 soci, di tutti i ceti sociali: Luigi Galluzzi (musicista e già direttore della Banda di Conversano negli anni 1983-1984), Donato Fanelli (commerciante), Franco Realmonte (insegnante), Vitantonio Bolognino (infermiere), Gaetano D’Accolti (pensionato), Angelo Schirinzi (musicista e futuro direttore della Grande Orchestra di Fiati Gioacchino Ligonzo di Conversano a partire dal 1993), Pasqua Viviana Nardomarino (impiegata), Tarcisio Longobardi (pensionato), Paolo Carone (impiegato), Giovanni Panacciulli (artigiano), Paolo Virgilio (impiegato), Domenico Roscino (ingegnere).
Tra i soci fondatori c’è anche quel Vitantonio Bolognino che è stato in un certo senso l’anima dell’associazione, avendo raccolto negli anni documenti, cimeli, registrazioni, libri, manifesti e partiture di Giuseppe Piantoni e di altri maestri che si sono avvicendati alla guida della Banda di Conversano. Con una passione smisurata per la tutela della tradizione bandistica locale e pugliese, Bolognino (deceduto nel giugno 2019) è riuscito a mettere insieme circa 11.000 pezzi, che costituiscono l’asse portante dell’archivio-museo allestito presso la sede sociale di Via Marconi 3.
Al suo fianco si sono adoperati negli anni diversi altri soci, tutti impegnati nella raccolta e catalogazione del materiale recuperato. Tra questi vanno citati il figlio di Giuseppe Piantoni, Mario Piantoni, docente di Biblioteconomia all’Università di Torino, che ha donato all’associazione buona parte dei documenti personali, diplomi, trascrizioni e pagine musicali del padre musicista.
Non va dimenticato anche il ruolo svolto da Valeria Nardulli, della Sovrintendenza Archivistica della Puglia, che nel 1988 stilò un primo catalogo cartaceo del materiale presente nella sede sociale, e da Mario Daniele e Osvaldo Laviosa. Daniele avviò a partire dal 2008 il primo inventario digitale, operazione che fruttò nel 2012 il riconoscimento da parte della Sovrintendenza Archivistica della Puglia dell’Archivio Storico dell’associazione di “importante interesse culturale”. Laviosa invece dal 2017 ha ripreso e aggiornato l’archiviazione sistematica digitale con la collaborazione di Paolo Argese, ed è tuttora impegnato nel lavoro di digitalizzazione di tutti gli spartiti presenti in associazione.
Il vero tesoro dell’associazione sono proprio i manoscritti musicali originali di Giuseppe Piantoni che fu uno tra i più acclamati direttori di banda del Novecento e che produsse centinaia di composizioni, musica per orchestra e per grande banda (secondo il codice Vessella quella banda era formata almeno da 54 elementi), musica da camera, brani per pianoforte e organo, nonché due melodrammi, “I Mietitori” composto nel 1913 e “Il Tizianello”, andato in scena per la prima volta al Teatro Piccinni di Bari nel 1932. La fama di Piantoni ancora oggi è alimentata da alcune marce sinfoniche composte fino a pochi anni prima della sua morte, avvenuta a Conversano nel 1950: Vita Pugliese, Medea, Leccesina, Festa Patronale, tuttora eseguite dalle bande del Sud e anche dalle grandi bande delle Forze Armate.
Nella sede della nostra associazione sono custoditi i manoscritti di Piantoni e le sue trascrizioni delle più importanti opere del melodramma di Puccini, Verdi, Mascagni e Rossini, in tutto circa 3.000 pagine pentagrammate di formati anche superiori al cosiddetto A3, raccolti in voluminosi quadernoni d’epoca finemente rilegati.
La nostra Casa Museo si completa con una ricca biblioteca con volumi sulle bande di tutta Italia, migliaia di audiovisivi dagli anni Settanta ad oggi, fotografie, manifesti, cimeli, divise e strumenti d’epoca, compreso il pianoforte verticale Zimmermann anni Trenta utilizzato da Piantoni per comporre.