È stato il più celebre e osannato direttore della banda di Conversano. Nato a Rimini nel 1890, si distingue subito per il suo talento musicale e -giovanissimo-suona la tromba nella banda di Salò, diretta dal padre. Perfeziona i suoi studi di composizione e direzione di banda a Bologna e vince concorsi musicali a Torino e Perugia.

Arruolato come ufficiale durante la Prima Guerra Mondiale, dedica un inno al generale Cadorna e scrive musica per orchestra, pianoforte, organo, fisarmonica e banda. Nel 1921 viene chiamato a dirigere la banda di Soleto nel Salento dove poi si sposa, quindi passa a Presicce e Frattamaggiore e nel 1925 a Conversano, dove torna a guidare la banda nel 1934 (dopo un’esperienza esaltante a Castellana Grotte), fino al 1940. Si dedica anche al melodramma e scrive “I Mietitori” e “Il Tizianello”.

Conversano diventa la sua città di adozione e qui ha un’intensa attività di compositore assai prolifico a cavallo dei due conflitti mondiali. La sua fama supera i confini della Puglia ed è amatissimo dal popolo delle piazze che lo riconosce in cassarmonica per il suo vezzo di dirigere con il cappello, di solito un Borsalino, che utilizza per nascondere la sua calvizie. A Conversano compone la sua marcia sinfonica più famosa, Vita Pugliese. Anche durante la Seconda Guerra Mondiale, dirige la banda di Carovigno fino al 1946. Muore a Conversano, dove risiede da tempo, il 29 gennaio 1950. Il Comune organizza un funerale solenne con grande partecipazione di folla e realizza una tomba monumentale a futura memoria.